Una cosa, molto più di tutto il resto, mette radici nel cuore e non ti lascia più dopo un viaggio in Thailandia: la gente.
La bontà di questo popolo resta per me indescrivibilmente profonda. Un concetto di purezza, disponibilità, attenzione e apertura verso il prossimo che a noi, popolo industrializzato, globalizzato e falsamente socializzato, è ormai diventato sconosciuto.
Ogni angolo recondito di questa terra mostra il lato più umano delle persone, quello dei sorrisi regalati delle mani congiunte davanti al petto, della compagnia e dell’ausilio.
Non ho mai incontrato volti più accomodanti e sinceri di quelli. E nella settimana trascorsa sull’Isola di Koh Samui, gli incontri sono stati tantissimi.
Li ho incontrati sulla spiaggia del mio resort di Chaweng, dalla signora che abilmente mi ha tagliato l’ananas e il mango. Li ho incontrati sulla barca per andare a Koh Thao, in quel ragazzo che ha alzato il finestrone per non farmi arrivare l’acqua delle onde. Li ho incontrati al Nikki Beach che, nella sua lussuosa bellezza, mi ha fatto vedere anche il lato più semplice del suo personale. Li ho incontrati al Safari di Namuang, negli occhi della ragazza che mi ha dato una collana apotropaica fatta con zanna di elefante e anche in tutti i driver che ci hanno portato su e giù per l’isola di Koh Samui. Ho incontrato quei volti limpidi per strada, quando ho mangiato del buonissimo cibo di strada al Fisherman Village e anche nell’agenzia di viaggi, dove una signora “perfetta” mi ha prenotato l’escursione a Koh Phangan e consigliato il venerdì pomeriggio al villaggio dei pescatori, per il mercatino e i localini sulla spiaggia. Li ho anche incontrati nei Seven Eleven alle due di notte quando mi serviva il lucchetto per la valigia, negli exchange del corso principale di Chaweng, nei ragazzi che al centro commerciale mi hanno fatto provare l’Ice Cream Roll e poi li ho incontrati alla spiaggia di Crystal Bay, mentre scattavo delle foto bellissime e alcuni si sono fermati per farmi tantissimi complimenti. Li ho anche incontrati nel ristorante Galanga dove ho mangiato il tipico Massaman Curry e su un Taxi Condiviso, quando mi hanno consigliato di pagare meno di 100 bat a corsa. Ho incontrato volti piacevoli e sinceri.
E un po’ ti cambia. In meglio. Non ringrazierò mai abbastanza.
Ps: non so se ve ne siete accorti, ma vi ho elencato in grassetto tutto ciò che c’è da fare sull’isola di Koh Samui. Una guida asettica non vi sarebbe servita. Le cose si vivono (e si raccontano) solo con il cuore.
Piaciuta questa guida “sentimentale” di Koh Samui in 6 giorni? Allora aspettate il prossimo viaggio!
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